lunedì 19 agosto 2013

Un pulp al giorno: Skeleton without arms

Dopo una lunga pausa, dovuta alle ferie dei miei datori di lavoro alla Radioarchives, ecco tornare la rubrica principe di questo blog. Iniziamo con oggi la lettura dei racconti contenuti nel numero di febbraio del 1934 di Dime Detective Magazine, e partiamo con un gradito ritorno, quello di Frederick C.Davis, che abbiamo conosciuto su queste pagine diversi mesi or sono.
Il racconto in questione, Skeleton Without Arms, è un discreto esempio di hard boiled non troppo noir, con tanto di investigatore e assistenti (una rossa tutto pepe e un picchiatore dalla parvenza aristocratica) e poliziotto continuamente scocciato dai suddetti. In realtà, però, nessuno dei classici protagonisti è l'archetipo di quello che sembra, e questo rende la lettura molto più gradevole del previsto. Davis è un autore di buonissima qualità e la vicenda che racconta in questa storia, ambientata nella Hollywood dei primi anni del cinema sonoro, è, seppur limitatamente banale sotto molti aspetti, sintomatica dei pregi e dei difetti della fiction investigativa di quel periodo.
La vicenda riguarda la sparizione di un giovane aspirante attore dagli studi - anche radiofonici - di una casa di produzione, apparentemente per un rapimento. Seguono però due misteriosi e truculenti omicidi: altri due giovani attori sono rimasti uccisi mentre trasmettevano in radio, perché dentro di loro sono esplosi dei fulminanti, ingeriti attraverso delle pillole alle erbe. Tra belle attrici rimaste sfregiate in un incidente d'auto che si sono ricavate un nuovo lavoro come erborista esotica, direttori di studio sopraffatti da amori che resteranno solo platonici, e rabbiosi padri elettrotecnici divorati dal rimorso e dalla gelosia, il giallo scorre molto bene verso la conclusione, e lega abilmente uno spunto simil-fantascientifico (l'utilizzo di onde radio concentrate per aumentare la temperatura corporea delle potenziali vittime e farne esplodere i fulminanti involontariamente ingeriti) a un movente piuttosto meschino e deboluccio (la volontà di eliminare i concorrenti del figlio al ruolo di attore di punta della casa di produzione) per regalare una lettura alquanto piacevole, con momenti di semi-ilarità contrappuntati da descrizioni quasi da shudder pulp (nelle parti relative alle morti delle persone esplose da dentro).
Oke Oakley (questo il nome del detective) è un discreto personaggio, uno dei tantissimi creati da Davis, ed è apparso in una decina di diversi racconti fra il '34 e il'35. Un volume che ne raccoglie la saga completa è stato edito qualche anno fa dalla Altus Press, e potrebbe valere la pena raccoglierlo (specialmente se ne faranno un ebook). Ci penserò un po' su.

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