giovedì 22 agosto 2013

Un pulp al giorno: Shoes for the Dead

Il secondo viaggio tra le pagine del numero di febbraio 1934 di Dime Detective, ci porta a trovare quella che sembra una cupa storia di divinità pellerossa, il famigerato Wendigo, o di curiosi vampiri strappacuore (nel senso che strappano letteralmente il cuore delle loro vittime), per poi rivelarsi - come quasi sempre accade in tutti i racconti dell'epoca - una trama molto più terrena e ben poco soprannaturale.
Il racconto in questione, scritto dal non molto noto J.Paul Suter - piuttosto attivo, a quel che si riesce a trovare in rete, anche su riviste prestigiose come Weird Tales e Black Mask - e ambientato nei boschi a cavallo fra Minnesota e Canada, introduce una coppia di personaggi che non so se hanno altre avventure al loro attivo: si tratta del "becchino" Horace Humberton - un simpatico imbalsamatore di cadaveri miope come una talpa e il vezzo del detective amatoriale - e il vero detective vecchia scuola Jim Clyde, spalla armata e più capace della media di tali personaggi del nostro Humberton. Chiamati da un vecchio amico fra i boschi settentrionali sul finire dell'estate, i due si trovano coinvolti in una triste vicenda di cadaveri smembrati e antiche leggende locali, fino a scoprire come tutto sia opera di un furfante che ha intrapreso in mezzo ai boschi una sua attività di falsario.
Un po' datato nello sviluppo e nelle caratterizzazioni, ma comunque godibile, il racconto si lascia leggere sino in fondo, e risulta solo un po' deludente nel finale e in qualche lungaggine di troppo nella parte mediana.

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