martedì 16 luglio 2013

Un pulp al giorno: I paint only death

Il racconto pulp di oggi, sempre dalle pagine del numero di agosto/settembre 1938 di Horror Stories, appartiene a uno scrittore che viene reputato uno dei grandi della fantascienza delle origini, quel Ray Cummings, autore di numerose incursioni nei mondi dell'infinitamente piccolo, che sono state pubblicate anche nel nostro paese, in particolare dalla casa editrice Libra.
In realtà Cummings ha scritto racconti dei generi più diversi, e non ha disdegnato incursioni anche nell'horror, e più in particolare negli shudder pulps.
Questo racconto sembra un classico episodio televisivo dei primi anni Sessanta, se non fosse per il sesso e il sangue che lascia uscire a ogni capoverso. Narra la vicenda di un brillante pittore di nudi femminili, che, a causa della maledizione lanciatagli da una sua ex-modella di cui ha rifiutato le avances, è convinto che ogni quadro che porti a compimento comporti la morte della modella ritratta. Sostanziata dalle morti, apparentemente dovute ad abusi di sostanze stupefacenti e incidenti stradali, di due sue ex modelle, l'uomo decide di non impugnare mai più un pennello per dipingere, ma poi, l'incontro con una donna affascinante che in breve tempo diventa sua moglie (dall'improbabile nome di Anitra), lo spinge a tornare sui propri passi. Convinto anche dalle continue insistenze di un amico produttore di stampe artistiche, l'uomo accetta di dipingere la moglie e sfidare la maledizione... riuscirà a prevalere, scoprendo altresì il folle piano dell'amico produttore.
Costruito molto bene nella prima parte, con il crescendo della maledizione e dello scivolamento nella follia del pittore, con vivide e sensuali descrizioni dell'appagamento sessuale e artistico dell'artista al lavoro, il racconto perde molta della sua forza nello scialbo finale, con il classico venir meno di ogni elemento sovrannaturale, e la sostituzione con un banalissimo complotto di gelosa vendetta del mentecatto di turno.
Resta leggibile, come ottimo esempio della media dei racconti del periodo, forse con un livello letterario un filo più alto nella prima parte, prima di scadere nel trito e ritrito.

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