mercoledì 1 maggio 2013

Un pulp al giorno: Summer Camp for Corpses

Che titolo, eh? Scritto da Arthur Leo Zagat e apparso sul solito numero di giugno/luglio 1939 di Horror Stories, questo lungo racconto non ha solo il titolo come lato positivo. Lo si può considerare un prototipo degli slasher anni Ottanta, per la sua ambientazione in un campeggio estivo lacustre per pargoli di famiglie molto ricche, ed è narrato tutto dal punto di vista dei pochi adulti che controllano gli oltre ottanta fanciulli durante la costosa vacanza.
La trama è presto detta: inquietanti risatine di neonato disturbano la quiete della tarda sera del campeggio, subito dopo iniziano a fioccare le morti e le sparizioni (fioccare è forse eccessivo... diciamo che ci sono - come in ogni slasher che si rispetti - numerosi red herrings). Alternando il punto di vista dei personaggi con una qual certa abilità, Zagat ci porta a un potenziale cataclisma (il ridacchiante demone fosforescente - che poi si rivelarà tutt'altra cosa - vola sopra le teste dei ragazzini radunati per gli incontri di pugilato serali - eh sì, pare che fosse questo un modo di mantenere la disciplina nei campi estivi del periodo... - subito dopo che sono state spente tutte le luci dall'anima nera dietro tutto l'intrigo), che si rivela però solo un intermezzo, prima del finale in cui c'è una minima concessione al lato pruriginoso dello shudder pulp (la minuta ma ben proporzionata Tiny, la rossa educatrice del campo, viene completamente denudata dal maniaco - che in realtà non lo è poi tanto - ma non ci sono dettagli violenti tipici del genere, come abbiamo visto in numerose occasioni) e poi una spiegazione un po' forzata degli eventi, al solito tutt'altro che sovrannaturali.
Ben scritto e ritmato, con un'ottima alternanza delle scene, il racconto è molto cinematografico, e non lento e ultra-aggettivato come molto del materiale che abbiamo letto negli scorsi mesi (dove si sente pesante l'influsso più deleterio dell'imitazione lovecraftiana), e potrebbe essere in effetti stato parzialmente utilizzato dagli sceneggiatori dei vari Venerdì 13 e compagnia.

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