mercoledì 15 maggio 2013

I demoni di Leonardo da Vinci

Visto soltanto ieri sera, in notevole ritardo, il pilot della nuova serie televisiva di ambientazione rinascimentale fiorentina, dedicata alle avventure giovanili di Leonardo da Vinci, ideata e diretta da quel David Goyer che alcuni anni or sono ci aveva incuriosito con il suo Flashforward, salvo lasciarci in braghe di tela al termine della prima stagione, per i consueti problemi di audience che tendono ad affossare una buona parte dei progetti più interessanti proposti dal piccolo schermo.
Bene: se effettivamente la conclusione subitanea e senza senso del citato telefilm ci aveva lasciato interdetti e piuttosto dispiaciuti, non proveremmo le stesse sensazioni, ma solo un qual certo sollievo nel vedersi concludere in qualsiasi momento questo polpettone storicamente improbabile (e sotto quel punto di vista totalmente inguardabile) e fondamentalmente deludente, che vanta il nome di Da Vinci's Demons.
Rapidamente trasposto anche qui da noi (con una velocità di traduzione e adattamento capace di battere perfino Il Trono di Spade e Glee e senz'altro meritevole di ben altra qualità complessiva), questo fantasy che di storico ha forse soltanto qualche nome cerca di trasportare lo spettatore "ammerigano" nella Firenze di Lorenzo de'Medici, precisamente nel 1477/78, subito prima della congiura dei Pazzi, in un coacervo di mercatini, vicoli e locande, fra duchi e papi che si trastullano in legami omosessuali (mentre Leonardo, realmente accusato di sodomia, se la spassa con la favorita di Lorenzo), misteriose sette di derivazione mitraica, consumo di tabacco (giunto in Europa solo nel secolo successivo) attraverso variopinti narghilé (invenzione ancora più tarda) su invito del dottor Bashir di Deep Space Nine (ovvero Alexander Siddig - ma dov'era finito), il misterioso "Libro delle lamine", e tutta una serie di commistioni fra realtà (poca) e fantasia (sfrenata), che personalmente mi irritano non poco.
Se ci si lascia alle spalle tutto questo (per me non è possibile farlo a cuor leggero), si osserva un telefilm appena passabile, inferiore a molte altre produzioni contemporanee, che francamente non so se continuerò a guardare (va be', c'è Firenze, ma è una Firenze del tutto fantastica e immaginaria, molto più di quanto non lo sia Approdo del Re, tanto per fare un nome).
Mi chiedo: i cattolici bacchettoni de' no altri si incazzano brutalmente con Rai 4 per aver proposto in prima serata un capolavoro come Il trono di spade e lasciano passare questo, con Sisto IV che si fa un ragazzino di primo pelo in una piscina degna di un sovrano orientale - e non del signore della Chiesa occidentale??
Non ho visto I Borgia, dove immagino abbondino ricostruzioni di tal genere - che beninteso rappresentano senz'altro la decadenza della corte di Pietro, e quindi ben vengano - ma francamente resto basito davanti alla miopia di una maggioranza bigotta e reazionaria che affossa un fantasy come diseducativo e poco realistico, mentre lascia passare queste porcherie (nel senso della qualità del prodotto televisivo, non dell'atto rappresentato). E se si contestano le nudità, meglio le rotondità di Daenerys o Ygrid oppure la flaccida senilità maschile del Duca di Milano e del papa? Credo che la risposta sia univoca, a prescindere da differenze di sesso e di età. Direi che può bastare, per il momento.


Per un parere profondamente dissimile dal mio - ma non per questo frutto di interpretazione errata o di lettura all'acqua di rose, anzi - andate a leggervi un'altra recensione del pilot di questa serie sulle pagine dello splendido blog di Chiara e Lapo, Serie poco serie - frutto di un recensore ospite, che si esprime in maniera molto positiva sui demoni di Leonardo e dintorni.

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