mercoledì 29 maggio 2013

Galleria di Carneadi: Thaddeus Clay Harker

Dopo un'assenza fin troppo lunga, ecco tornare una rubrica del mio blog che sono certo interessare molti dei miei lettori. E il personaggio di oggi è tanto poco conosciuto, quanto assolutamente irresistibile.
Thaddeus Clay Harker, nato dalla fantasia di Edwin Truett - autore pulp dalla carriera molto breve, interrotta dalla morte precoce, poco più che quarantenne, nel 1945 - è un anziano venditore di intrugli curativi - i Chickasa Remedies, una panacea universale - che gira gli Stati Uniti su di una specie di fortezza su ruote, un caravan che funge da laboratorio e abitazione, accompagnato dalla strana coppia di Bella e Bestia, ovvero Brenda Sloan e Hercules Jones (che somigliano straordinariamente alla coppia di assistenti di Martin Mystere... che Castelli abbia letto le storie di Harker? Sembra improbabile, ma la somiglianza è notevole).
Il dottor Harker si ritiene una delle migliori menti che abbia mai operato contro il crimine, e le tre sole storie (romanzi brevi) di cui è stato protagonista indubbiamente lo dimostrano. Harker si presenta come un irresistibile vecchietto, dall'aspetto e dai modi di un gentiluomo del Sud (viene sempre descritto come somigliante a un colonnello del Kentucky), una sorta di Josemite Sam dai capelli e dai baffoni bianchi, che io mi sono immaginato somigliante al Lawrence Olivier de Gli insospettabili, quanto a modi di fare, e, per chi ha avuto la fortuna, l'onore e il privilegio di conoscere, l'esimio italianista Mario Martelli, con il quale ho avuto modo di interagire abbastanza a lungo nel corso della mia carriera universitaria. Sono questi due i modelli che la mia mente ha elaborato come raffigurazione di quanto letto nella lunga descrizione del personaggio che Truett offre nel romanzo breve che ho avuto modo di leggere, Crime Nest, comparso sulle pagine del primo numero della rivista Detective Dime Novels, pubblicato nell'aprile del 1940, presto diventata Red Star Detective Magazine, ospite delle due successive storie del nostro Harker.
Truett, del quale non ho avuto modo al momento di leggere altro (ma che andrò subito a cercare), è abilissimo nel tratteggiare un personaggio che di primo acchitto risulta assolutamente irresistibile, un esempio straordinario della narrativa pulp al suo meglio: sorta di miscela di tanti diversi investigatori passati e futuri (per certi versi, ad esempio, ricorda perfino il signor Monk dei telefilm di poco tempo fa), un florilegio di spunti che compongono un capolavoro. Arguto, pronto, maniacale, coraggioso e galantuomo, sono alcuni dei tanti vocaboli che si possono accomunare al personaggio e al suo modo di agire.
Brioso e variopinto, il narrato di Truett è il perfetto sottofondo dentro il quale si muove Harker, e si muovono anche i suoi assistenti, altrettanto straordinariamente dipinti: il nerboruto, simpatico, ossequioso Jones, pronto a qualsiasi cosa per il suo padrone, e la bellissima, audace, sfrontata, intelligente Brenda, femme fatale al servizio del Bene, una Mata Hari dotata di sentimenti più forti del ruolo che le tocca di volta in volta interpretare.
Ritengo un vero peccato che un tale personaggio sia rimasto sostanzialmente dimenticato dal correre inesorabile del tempo (se ne trovano poche citazioni in rete - ma appare in un volume, The Pulp Hero, che si riesce a leggiucchiare su Google Books - e che devo trovare il modo di procurarmi perché sembra molto interessante), ma chissà che non lo si possa recuperare in qualche modo (le vie di Radioarchives sembrano alquanto ramificate, seppur, temo, non infinite). Per adesso spero tanto che mi possano dar modo di leggere anche le altre due storie di Harker e compagnia, in modo da potervele raccontare nel dettaglio, come ci accingo a fare fin dal prossimo post.

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