venerdì 26 aprile 2013

Un pulp al giorno: The woman who killed for Satan

Passiamo al numero giugno-luglio 1939 di Horror Stories per il racconto odierno, un perfetto esempio di shudder pulps deteriore scritto da Francis James, che già abbiamo incontrato su queste pagine.
La vicenda, assolutamente assurda e improbabile, come quasi tutte le storie narrate su questi pulp, è ancora narrata in prima persona dal protagonista, la cui bellissima moglie cade vittima del fascino diabolico di un predicatore folle, una sorta di novello Rasputin che invoca la punizione divina sulle persone empie, e che, dopo aver fatto denudare delle bellissime donne, le porta a uccidere, con del fuoco magico proveniente dalle loro mani, gli uomini che le hanno seguite, attirati dal desiderio sessuale. Come al solito, la spiegazione finale verte tutta su di un diabolico complotto per avidità e desiderio sessuale (uno degli amici del protagonista vuole a tutti costi averne la moglie e, non potendo ottenerla in modo più o meno onesto, ricorre alle droghe e all'ipnosi), ma è straordinariamente poco coerente, e l'intera baracconata sfugge decisamente di mano allo scrittore, non al meglio della forma.
Restano gli elementi tipici del racconto horror del periodo: nudità gratuite, forse meno elementi sado-masochisti del consueto - comunque presenti - il sesso e il denaro come motori ultimi di tutta la vicenda.
Deludente, ma nella media di un genere che con il passare degli anni (siamo ormai sul finire degli anni Trenta) aveva esaurito gran parte dello spirito anarchico e iconoclasta che ne animava gli inizi, e si apprestava a finire nel dimenticatoio.

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