martedì 5 marzo 2013

Un pulp al giorno: Curtain call for the Corpse

Altra storia tratta dal numero di settembre del 1944 di Dime Mystery Magazine, questo breve racconto, scritto da un autore attivo sostanzialmente soltanto negli anni del secondo conflitto mondiale, Nathaniel Nitkin, è un piccolo gioiellino di sotterfugio e macchinazione, di paranoia imperfetta, che porta a una sorprendente conclusione.
La trama verte sull'omicidio di una ballerina esotica, compiuto da un perfido avvocato newyorkese, che da anni lavora nell'ombra per tirare fuori dai guai i membri del partito fascista e i collaborazionisti americani. Attraverso l'omicidio, l'avvocato vuole far cadere sulle spalle di un povero esule cecoslovacco il delitto del fratello, portato a termine da nazisti tornati in Germania. Attraverso un ritmo serratissimo, e un piano studiato nei minimi dettagli, l'autore ci mostra a quale livello può giungere la perfidia e l'immaginazione di un criminale, salvo scoprire poi, quando è ormai troppo tardi - visto che la trappola da lui accuratamente tessuta perché si svolga in teatro con "colpevole" e polizia chiamati appositamente sul posto è ormai scattata - che in realtà la ballerina non è morta, perché nella sua foga di mettere tutti i particolari al suo posto, si è dimenticato di controllare che la ragazza fosse effettivamente morta, e non semplicemente stordita.
Nonostante il finale abbastanza "stupido", il racconto è scritto molto bene, l'inghippo è meravigliosamente orchestrato e sufficientemente complesso, dato l'esiguo numero di pagine, da intrigare anche l'esperto di gialli (cosa che io non sono, peraltro). Gustoso, da divorare in un sol boccone.
Alla prossima!

1 commento:

  1. Hmmmm. La recensione, per quanto contenente spoiler del finale mi ha affascinato. Se volessi leggerlo 'sto racconto dove lo trovo!?

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