domenica 24 marzo 2013

E si ti arrivasse un proiettile in faccia?

E' la poco probabile premessa di una breve serie televisiva dello scorso anno, Bullet in the face, appunto, improntata su di un fumettistimo pulp decisamente sopra le righe, a metà fra il fumetto francofono (e il cinema franco-ispanico) dell'ultimo ventennio e ispirazioni pulpeggianti pseudo-tarantiniane.
Il pilot vede Gunther Vogler, un killer rockettaro tradito dalla compagnia di avventure erotiche, che gli spara al volto dopo una mirabolante rapina, piena di sparatorie ad effetto, salvato dalla polizia e dotato dei lineamenti del poliziotto che ha ucciso, perché possa infiltrarsi nell'organizzazione criminale che serviva, per vendicarsi di chi lo aveva ridotto in quelle condizioni, e al tempo stesso aiutare le forze dell'ordine a liberarsi del pericoloso criminale alla guida di tutto quanto, Heinrich Tannhauser. Breve ma intenso, ricco di caratterizzazioni al limite del caricaturale (dallo stesso Vogler, a Tannahauser che riecheggia il Blofeld di 007, al compagno del poliziotto ucciso, che piange disperato ogni volta che rivede il volto dell'amico scomparso, adesso diventato la faccia di colui che lo ha ucciso, etc. etc.) e ritmato su stilemi visivi e di sceneggiatura che richiamano  i film di De La Iglesia o di suoi epigoni, è un telefilm che promette piuttosto bene, e prima o poi mi vedrò anche le restanti cinque puntate della serie (che dovrebbe avere un seguito la prossima estate).
Non male come riempitivo, magari per una serata a base di uno o due episodi di telefilm più corposi.

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