sabato 9 febbraio 2013

Un pulp al giorno: I married a Madman

Stamani ci avviciniamo a un altro numero di Dime Mystery Magazine, quello del febbraio del 1938, per cogliere un piccolo gioiellino, dal titolo straordinario: I married a madman, scritto da quel Frederick C.Davis, di cui avevamo già parlato in passato, per il suo personaggio di Bill Brent, il would be reporter costretto a tenere la rubrica della posta del cuore per poter lavorare al giornale.
La presente storia, invece, è un classicissimo esempio di damsel in distress, narrato in prima persona dalla stessa protagonista, che, per potersi procurare i soldi necessari a far difendere il proprio fratello (accusato di aver ucciso la moglie) dal miglior avvocato del Paese, accetta di diventare sposa di un eccentrico (e probabilmente folle) ricco ex-compagno di scuola, che vive recluso in una sorta di castello bunker, sorvegliato a vista da uno stuolo di medici e guardie del corpo.
L'uomo deve necessariamente procreare un figlio entro tempi molto brevi, o perderà tutti i suoi averi, per un'infida clausola dell'eredità paterna, così cerca disperatamente una donna che possa adempiere a questo incarico (uso volutamente una terminologia ben poco romantica, visto quello che l'uomo e i suoi tutori intendono fare); la giovane protagonista accetta, in cambio di una cifra sostanziosa, ma non sa che l'uomo è diventato una specie di belva completamente folle, che uccide le consorti durante l'amplesso (o così qualcuno vuol far credere). Dopo le consuete sofferenze e torture (parte necessaria dello script di ognuno di questi racconti - in questo caso meno bieche e riprovevoli del solito, perché Davis è un buonissimo scrittore), si viene a scoprire che il bestiale omicida non è il poveretto (mezzo demente e conservato tale dai farmaci dei medici), ma uno delle persone che ruotano attorno all'erede, nella speranza di poter conservare il denaro.
Nel frattempo, la protagonista guadagna anche un fidanzato e tutto finisce a tarallucci e vino.
Davis è un bravo autore pulp e, anche se continuo largamente a preferire il mystery atipico con protagonista Bill Brent, il racconto si lascia leggere senza particolari problemi.
Ne vedremo altri, nei prossimi giorni. Stay tuned!

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