lunedì 28 gennaio 2013

Trenta pirati su una cassa da morto...

Oggi la macchina dei giochi da tavolo ci porta sopra un simpatico gioco tutto nostrano, Libertalia, divertente variazione del ben noto sistema di Citadels.
Ci si può giocare fino a 6 (e più siamo meglio è), e ogni giocatore deve cercare di accumulare il maggior numero di tesori, attraverso 30 diversi personaggi, giocati in tre diverse manche. Come in Citadels, ogni personaggio ha poteri particolari e il loro corretto utilizzo, o mancato tale, porta al successo o alla sconfitta. La cosa notevole è che ogni giocatore, dopo un primo turno in cui ognuno gioca, nel modo che vuole per le sei fasi di ogni turno, con i medesimi personaggi (semplicemente, scegliendo quale giocare in ciascuna fase - ognuna delle quali offre vantaggi o svantaggi, a seconda di come vengono pescate le ricompense per quella fase), nei successivi, oltre ad altri personaggi uguali per tutti, ognuno può giocare ancora i personaggi avanzati dai turni precedenti, rendendo molto diversa e variopinta ogni partita.
Il sistema funziona piuttosto bene, le partite sono molto divertenti, alcuni personaggi sono molto più forti di altri (ma questo succede in qualsiasi gioco dove vi siano dei personaggi diversi - pensiamo a Bang o a Talisman, tanto per citare i primi due che mi sono venuti in mente) e quindi il loro corretto utilizzo è alla base di ogni strategia vincente.
L'argomento piratesco è carino, senza essere straordinario, ma il gioco funziona, è piuttosto rapido e si presta alle prove ripetute anche nella stessa serata.

Per allungare un post altrimenti piuttosto striminzito, vorrei invece segnalare come assolutamente da scansare (almeno per i gusti del mio gruppo, che, come avrete ormai capito, ha idee piuttosto precise ed estremiste su quello che cerca in un gioco) due prodotti invece molto apprezzati - almeno uno - su Boardgamegeek e altrove: il primo è Tikal, gioco di esplorazione di piramidi nelle giungle messicane che da noi è stato scartato dopo la semplice lettura del regolamento (record finora non battuto da nessun altro), nonostante sia stato anche gioco dell'anno sul finire degli anni Novanta; l'altro è un design del mitico Knizia (secondo me terribilmente sopravvalutato come autore di giochi), Palmyra, uscito anch'esso più di una dozzina di anni or sono per la Editrice Giochi, brutto, ma non del tutto ingiocabile, gioco sulle carovane del deserto, con un sistema che non prevede le solite aste care all'autore, ma uno di compra vendita di prodotti, relativamente poco sensato, sicuramente poco divertente, fortunatamente piuttosto rapido e limitato a soli 4 giocatori (con un turno finale praticamente prefissato e poche strategie diverse).
Sono in entrambi i casi giochi da un massimo di quattro giocatori, che vista l'abbondanza di prodotti destinati a un tal numero di partecipanti, il nostro consiglio è di tenere lontano dalla vista e dai tavoli (ma ovviamente, come in numerosi altri casi, si tratta solo di giudizi personali - di un gruppo ormai esperto di quattro/cinque giocatori che ne ha provati diverse decine negli ultimi anni, ma sempre e comunque l'insindacabile giudizio personale di un manipolo di "ragazzi" ormai in là con gli anni, non troppo propensi alla novità assoluta - con la possibile eccezione del sottoscritto - e con gusti ludici ben precisi).

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