giovedì 3 gennaio 2013

Rondò....bostoniano

Tifosi dei Celtics, ammesso che qualcuno di voi mi legga, perdonate il pessimo gioco di parole con cui apro questo post. L'ovvio riferimento al tanto osannato (e da me mai digerito, neppure nei momenti migliori) playmaker Rajon Rondo (che sembra più il nome di un eroe bonelliano - notare l'iniziale ripetuta - che non di un autentico giocatore di basket) ci introduce a una disamina dell'andamento dei verdi della Baia del Tea Party in questa prima parte di stagione.
I numeri e l'andamento delle partite indicano cifre fallimentari, con un record ben al di sotto della linea di galleggiamento, in una division dove quest'anno vanno forte (o abbastanza forte) quasi tutte (perfino i rinati Nets) e anche Toronto, rotto Bargnani, inizia a vincere con una qualche costanza. Notizie non migliori arrivano dal resto della Conference. Se non si inizia a vincere (e in fretta), quest'anno i playoff li fanno gli altri.
La cessione di Ray Allen (il mitico "He got game" di spikeleeiana memoria - e pensare che Spike tifa NY...) non ha portato ad arrivi importanti, i big three (mettiamoci dentro Rondo, visto che molti lo ritengono un big) sono quasi sempre poco big, con Pierce e Garnett ormai anzianotti (nonostante qualche limitata buona performance del primo, e il rendimento abbastanza costante - ma di livello solo medio - del secondo) e nessuna nuova esplosione più o meno attesa (con un calo anzi di uno dei punti saldi del buon campionato scorso, Brandon Bass).
Vedo grigio, molto grigio. Speriamo di sbagliarmi e che la squadra NBA per cui tifo da sempre, sappia tornare in fretta a buoni livelli (mi contento dei playoff).
Almeno, finora posso più che consolarmi in Italia con la sorpresa Varesa in vetta su tutti, dopo anni di predominio nero-verde.

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