venerdì 18 gennaio 2013

Lotito docet, o come abusare del latino e renderlo una lingua comica

L'idea di questo post mi è venuta ascoltando un po' di trasmissioni politiche negli ultimi giorni: avrete certamente notato come accanto all'abuso di termini inglesi (spread, spending review e compagnia cantante), molti dei più o meno celebri candidati a sistemarsi per la vita... ehm, volevo dire a rivestire il prestigioso e onorevole incarico di nostro rappresentante in una delle due camere parlamentari, sfoggino un uso colloquiale di locuzioni latine, assolutamente prive di senso nel contesto in cui vengono citate, secondo la scuola del grande (in senso comico, ovviamente) presidente della Lazio, Claudio Lotito.
Ecco così sortir fuori dalle bocche di cotanti signori (penoso tentativo di imitatio - toh, il latino! - dantesca), cose tipo rebus sic stantibus (stando così le cose), stricto sensu (in senso stretto), lato sensu (in senso lato) e via giù con inserti del genere, del tutto privi di senso (per accompagnarmi alle ultime due frasi citate), messi lì per parlar bene, ma soprattutto, in puro stile Azzeccagarbugli (già avevano capito tutto ai tempi del Manzoni, anzi ai tempi dei Promessi Sposi, ovvero primo trentennio del Seicento), per confondere le idee alla gente semplice, che guarda la televisione a quelle ore del mattino o della notte (o che portano dei poveri capponi a un bieco avvocatucolo per poter avere un consulto sulla possibilità di sposarsi o meno... un post più polposo sui Promessi Sposi giungerà a breve, promesso)
Se in taluni casi, la citazione latina - alla Lotito - può servire come sfoggio culturale e anche per ottenere un effetto divertente e di captatio benevolentiae (via, non c'è verso, ho preso anch'io la Lotite) da parte dello spettatore smaliziato, nella maggior parte dei casi non serve assolutamente a niente. I tre esempi citati sopra, che tipo di vantaggio portano nell'inserirli nella frase, se non per sembrare falsamente sardi (con un profluvio di finali in "u"), o per dimostrare che parlano in modo diverso da come mangiano (vedeteci pure un doppio senso in quel verbo "mangiare")? Se tali formule, tutte riprese dal mondo degli avvocati e dei tribunali, possono avere un minimo di diritto di cittadinanza in un contesto forense (per la tradizione del diritto romano che arriva fino a noi - anche se in modo più consistente nel mondo anglosassone, dove formule come habeas corpus e simili sono proprio parte integrante del sistema di leggi), inserite nella bocca del signor nessuno di turno, sia esso di centro, di destra o di sinistra (gli strafalcioni non hanno colore politico) producono un effetto comico esilarante (o altrimenti le lacrime agli occhi vengono per la depressione che ci coglie nel vedere chi finirà per rappresentarci... mi sovvengono alla mente le parole di una celebre canzone dei Sex Pistols riguardo a chi dovrebbe realmente governare in the UK e mi chiedo se non sia davvero l'unica soluzione per togliere un po' di poltrone e di bambagia da sotto le chiappe di quegli infami figuri che si tirano palline di carta e fanno le linguacce per 16 mila euro al mese... ma non esiste un ufficio del Preside?), anche perché spesso fanno figure di cacca veramente da finire sottoterra (come la completa resa sarda del precedente stricto sensu diventato strictu sensu, o peggio un simul stabunt vel simul cadent (ovvero insieme staranno così insieme cadranno, altra frase fatta del gergo giuridico), pronunciata erroneamente da non ricordo quale candidato montiano in una trasmissione televisiva (disse cadunt, presente indicativo, invece di cadent, futuro semplice), che fu corretto nientemeno che dall'ex ministro Brunetta (che almeno dimostra di sapere il latino, che è già qualcosa).
Insomma, da amante viscerale della lingua latina quale mi pregio di essere, chiedo un po' di decenza ai signori candidati alle prossime politiche: finitela con l'uso di locuzioni avite, di frasi del gergo giuridico, di rimpasti maccheronici che farebbero drizzare i capelli al Folengo (andate su Wikipedia a vedere chi è se non lo sapete, mi sono scocciato di digitare parentesi più lunghe del testo... ecco, lo sto facendo un'altra volta!), e cercate di dire poche cose, semplici, in un linguaggio comprensibile anche alla nonna con la quinta elementare (che probabilmente vale almeno quanto il diploma superiore di oggi, quanto a competenze scolastiche, ma di questo parlerò un'altra volta), senza mascherare il vuoto che avete nelle vostre teste con della fuffa a mazzetti (per citare la Gialappa, che merita senza dubbio di essere citata più del Digesto - ancora Wikipedia, please).

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