venerdì 25 gennaio 2013

Green Arrow... meglio la Freccia Nera...

Giunti ormai alla decima puntata della serie televisiva tratta dal famoso fumetto Green Arrow della DC Comics, è l'ora di dare un parere sul prodotto: e il giudizio attuale non può che essere, in fin dei conti, piuttosto negativo.
Iniziato sotto i migliori auspici, con attori non particolarmente noti (se si eccettua Paul Blackthorne, interprete del ruolo del Detective Quentin Lace, nemesi del miliardario Oliver Queen - ovvero Green Arrow - nonché padre di Dinah Laurel Lance - la bellissima Katie Cassidy - ex fiamma di Oliver, poi passata fra le braccia del miglior amico del medesimo, ovvero Tommy Merlin), e un plot abbastanza fumettistico, senza debordare negli effetti speciali (il budget sembra limitato), con il trascorrere delle puntate sta iniziando a diventare sempre più parlato e inamidato, con l'azione che inizia a vedersi sempre più con il lanternino (l'ultima puntata è stata una noia mortale), mentre si intensificano le sottotrame amorose, che inficiano il godimento del comics trasposto sullo schermo.
E dire che invece, all'inizio, in particolare la sottotrama relativa al naufragio e i lunghi anni trascorsi sull'isola del giovane miliardario viziato - fucina del suo diventare Green Arrow - mi era sembrata foriera di ottime prospettive, di un fumetto trasposto in TV senza esagerare con gli effetti e il lato più infantile dei comics, ma con una qual certa cura filologica nel riproporre il mondo della DC Comics (senza toccare i grandi come Superman e Batman), mostrandoci pian piano altre presenze di quel mondo (da Deathstroke, a Huntress, a parte delle Birds of Prey). Ma da un po' di puntate a questa parte, tutto sembra essersi spento, il piacere iniziale si sta trasformando in stanca routine, e non sono troppo certo di voler continuare a seguirlo.
Peccato, perché dopo che un paio di anni or sono il promettente (almeno secondo me) The Cape era stato bruscamente interrotto, cadendo sotto la mannaia dell'audience, si sentiva il bisogno di un prodotto analogo, stavolta anche di derivazione aulica, in grado di rinverdire i fasti di vecchie serie TV (senz'altro più fracassone, come la Wonder Woman anni Settanta e Ottanta). Invece, eccoci più propensi a infamare che non a incensare le avventure dell'arciere dal cappuccio verde, tanto che come asserisco nel titolo, si sente quasi la mancanza di sceneggiati d'altri tempi, come La freccia nera di Anton Giulio Majano, tratto dall'omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson, trampolino di lancio per la giovanissima e del tutto sconosciuta Loretta Goggi.
Se si aggiunge a questo la notizia della prematura (ma in fondo nemmeno troppo) scomparsa di un'altra serie super-eroistica sui generis, quell'Alphas, che andava di stagione in stagione trasformandosi sempre più in un clone senza costumi degli X Men, ecco che si apre lo scenario per qualche altro ingresso importante nel ristretto novero dei derivati (e non mi riferisco alle operazioni bancarie) dei comics books. Speriamo che venga riempito in modo adeguato

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