giovedì 17 gennaio 2013

Finalmente Moriarty!

E' da un po' che stavo valutando se postare qualcosa relativo a Elementary, la nuova versione "ammerigana" delle avventure del nostro beneamato Sherlock Holmes, abbellita di numerose trovate "eretiche" nei confronti del canone sacro: aldilà dell'ambientazione contemporanea (già sperimentata con notevole successo in Sherlock - ma è una produzione BBC, quindi sacra per definizione), il setting newyorkese (già toccato in un film TV con Roger Moore nel ruolo di Holmes, se non erro - vado a memoria) e soprattutto la presenza di un Watson in gonnella (aargh! Peggio di un graffio sulla lavagna!! E invece, no, in fondo in fondo...) avevano solleticato le attese dei fan meno integralisti, e quindi del sottoscritto.
Giunti alla dodicesima puntata della prima serie è il caso di cominciare a parlarne, anche perché - finalmente - si sente aria di Moriarty (e figurati, poteva forse mancare?). In realtà, Moriarty agisce per interposta persona, il notevole Vinnie Jones (ex difensore del Tottenham e sorta di Danny Trejo di Albione quanto a comporsate e ruoli costruiti con lo stampino- che non a caso, nel telefilm, durante lo svolgimento dei suoi compiti di assassino sintonizza il televisore delle vittime per guardarsi le partite dell'Arsenal - eccellente ironia, per un ex-giocatore degli Spurs!), ma immagino che dopo le rivelazioni sul suo essere il vero mandante morte di Irene Adler (ovviamente unico vero amore di Sherlock... per quale motivo pensate che mia figlia si chiami appunto Irene... Sherlock forever!), si aprono le porte alle dodici successive puntate della stagione che forse inizieranno a essere più collegate da un filo unico nella trama.
Holmes è un giovane ex-tossicodipendente, figlio di genitore tanto ricco quanto ben poco sensibile, che lo affida alle cure di Joan Watson per tenerlo sulla buona strada. Spostatosi a New York dalla natia Londra, vi troverà un ex ispettore di Scotland Yard (interpretato da Aidan Quinn... quanti se lo ricordano accanto a Madonna e Rosanna Arquette in Cercasi Susan disperatamente? Ah, i beati anni Ottanta!), che subito lo utilizza come consulante nella risoluzione dei casi più strani e difficoltosi.
Attori carini, setting meno, trame altalenanti, alcune ottime, altre meno, indubitabilmente inferiore al citato Sherlock (che adoro follemente), ma comunque godibile e necessario per i fan, come il sottoscritto.
Aspetto quindi con ansia la seconda parte della stagione, che riprenderà - in lingua originale - fra un paio di settimane.
Nel contempo, visto che credo sia partito su Raidue in versione italiana proprio la scorsa domenica, non perdetevelo. C'è un sacco di roba peggiore in TV e spero proprio che questa serie sopravviva (visto che la BBC sembra molto incerta su di un'eventuale terza serie di Sherlock - anche perché Watson si è messo in testa di togliere il suo Tesssorroo a un poveraccio che non aveva fatto nulla di male... dannato Jackson!).

Nessun commento:

Posta un commento