giovedì 3 gennaio 2013

E se Giulio Cesare avesse affrontato gli alieni?

Incuriositi dal titolo? Lo sarete ancora di più dopo aver letto questo post.
Come forse alcuni di voi sapranno, da ormai qualche anno rientro nel novero dei lettori/recensori per i concorsi letterari della Delos Books (editore con cui ho collaborato come traduttore per le collane di fantascienza e gialle), e dopo aver letto decine e decine di inutili romanzi fantasy (Tolkien ha rovinato il genere, nonostante quello che si dica, con l'invenzione delle maledette trilogie... qualsivoglia fesso con velleità letterarie non si mette a scrivere niente di genere fantasy se non lo ha prima pensato in almeno tre volumi, rendendo ancor più indegeribile tematiche "ribollite" più e più volte, con esiti esiziali per la salute psico-fisica del recensore), stavolta mi sono imbattuto in un autentico gioiellino, che spera riuscirà in qualche modo a vedere la luce, perché merita plausi superiori a quanto possa avergli dato in fase di scheda critica.
Senza far nomi e senza scendere troppo nel dettaglio, mi sono trovato di fronte a un piccolo gioiellino di narrativa fantastica in salsa ucronica, con Cesare divenuto semplice (si fa per dire) imprenditore navale e commerciale nel Mediterraneo, inviso a Catone (l'Uticense) e a buona parte degli optimates, sul punto di scendere in campo (ma non è il Berlusca... lui non va a donnine e fa le corna nelle foto per far ridere gruppi di scout... è un cinico e abilissimo Napoleone, che ha capito cosa conta realmente nel mondo) e di mettere a frutto le sue capacità di inventore (ah già... dimenticavo... il buon Cesare ha importato dalla Cina la polvere da sparo, quindi le legioni romane hanno le armi da fuoco, e ha pure scoperto il modo di imbrigliare l'energia del vapore, costruendo treni e velivoli sperimentali). L'improvviso arrivo dei Tripodi marziani di Wells sulle falde del Vesuvio aprirà le porte a nuovi, imprevedibili scenari (tra cui la ricomparsa sulla scena di Pompeo Magno, offeso esule volontario nel Piceno dopo il ritorno dalle campagne in Asia) e a possibili sviluppi futuri (il mondo creato dall'autore si presta a tanti, tantissimi spunti che spero tanto vengano sfruttati).
La genialità del romanzo, aldilà dell'ambientazione molto ben curata dal punto di vista storico, anche se forse più simile alla Roma delle serie televisive degli ultimi anni che non a quella che traspare dalla documentazione in nostro possesso, e alla necessaria sospensione dell'incredulità per molte scelte letterarie (tutte godibilissime a livello citazionistico), è nel trattarsi di romanzo epistolare: tutta la narrazione si svolge attraverso lettere e documenti, verbali senatori, manifesti elettorali, proclami, etc. E tutto funziona alla perfezione: i personaggi che ne derivano sono proprio quelli che ci si possono immaginare, con un Cicerone mastelliano, pronto a offrirsi all'una o l'altra fazione, pur di conservare il cadreghino, Catone dipinto come un appassionato e un po' folle difensore dello status quo, Pompeo come un generale stolido, ma efficace, Catullo, poeta umanissimo e per nulla perfido, veramente cotto per la sua Clodia/Lesbia, e via di questo tenore, con una notevole attenzione rivolta anche ai personaggi femminili, le varie mogli e figlie dei protagonisti, che si ritagliano un loro spazio preciso, importante e decisivo nello svolgimento della vicenda.
L'unico difetto è una lunga inutile appendice, in cui l'autore ha voluto spiegare il suo metodo di lavoro, ma spero che in caso di pubblicazione tutto questo venga tagliato: un esperto del settore molte cose le capisce e già le sa, i profani non hanno bisogno che gli vengano smontati i sogni e le fantasie.
Altro elemento, e qui chiudo, che mi ha fatto adorare il romanzo, è l'aver introdotto, all'inizio di ogni capitolo, brani della vita di Cesare di Plutarco, alcuni assolutamente autentici (tradotti in italiano, ovviamente), diversi altri inventati di sana pianta. Bene: è stato talmente bravo da rendere spesso l'imitazione - quando l'argomento lo consente - perfino migliore dell'originale! Tanto di cappello, nella speranza che questo bel romanzo veda in qualche modo la luce.
Nella speranza che questo breve post, vi metta la voglia di leggervi anche la vera storia romana del periodo, per capire di chi si parla.

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